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mer
20 ott
2021Auditorium I. C. De MagistrisCaldarolaOre 10.15
M. Mangani Come andò che Eugenio Difatti divenne musicista, racconto in musica su testo di Stefania Lanari per clarinetto e orchestra d'archi
L. Mozart Sinfonia dei giocattoli
Primo violino concertatore Giannina Guazzaroni
Un giorno, il piccolo Eugenio “Difatti”, soprannominato affettuosamente così dai suoi genitori perché ogni volta che viene chiamato per un qualunque motivo risponde sempre: «Difatti!», riceve dal padre una scatola piena di vecchi strumenti musicali che nessuno suona più. Fra tutti quegli strumenti, Eugenio è subito attratto da un piccolo clarinetto, col suo bel colore nero opaco e l’argento brillante delle chiavi. E poi, è lo stesso strumento suonato dal padre nella banda della sua città. Quindi Eugenio prende il clarinetto, va davanti allo specchio e ci soffia dentro… la prima volta non ne esce niente, ma lui non si scoraggia e riprova ancora e poi ancora, tirando fuori prima solo un fischio… poi un suono… poi una nota… e finalmente una musica! Così, grazie al suo precoce talento per la musica e alle tante ore di studio e di esercizio trascorse sotto la guida del padre, a soli sette anni Eugenio diviene un membro della banda cittadina.
Una sera però, durante un grande concerto eseguito di fronte a tutta la città, accade uno spiacevole incidente. Ad un certo punto del concerto, Eugenio deve suonare una nota molto lunga: prende fiato, si concentra bene ma… proprio un attimo prima di emettere il suono, la campana del suo vecchio piccolo clarinetto gli cade improvvisamente a terra: che delusione! Eugenio rimane immobile, impietrito, tutto pieno di vergogna e decide che da quel giorno non suonerà mai più.
Ma il padre sa che suo figlio ha talento e che prima o poi cambierà idea. Trascorso un po’ di tempo, un bel giorno Eugenio trova sul tavolo della cucina uno strumento nuovo: una tromba! Il piccolo musicista deluso non resiste e si mette a suonarla, ma sente che la tromba non fa per lui. Il padre ci riprova con una gran cassa, e poi con un trombone, ma Eugenio non si trova bene con nessuno di questi strumenti. Finché, da ultimo, il padre gli fa trovare sul tavolo un clarinetto tutto nuovo fiammante. Eugenio si fa coraggio, lo prende, corre in camera sua, si mette allo specchio e… inizia a suonare: che meraviglia!
Da quel giorno Eugenio non ha smesso più di suonare: è rientrato in banda, poi ha studiato al conservatorio, poi è stato ammesso in orchestra e infine ha potuto eseguire da solista il più bel concerto per clarinetto mai scritto: il concerto di Mozart!
Questa è la storia narrata nel brano Come andò che Eugenio Difatti divenne musicista, racconto in musica di Michele Mangani su testo di Stefania Lanari qui proposto dalla FORM per gli studenti delle scuole nella versione per clarinetto ed archi, con la voce recitante di Lucia Palozzi e, in veste di solista e direttore, lo stesso protagonista della vicenda: Eugenio Difatti, ovvero Sergio Bosi, primo clarinetto dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Una piccola, deliziosa, istruttiva storia di amore per la musica, di curiosità per la vita, di entusiasmo e di coraggio che insegna a tutti, grandi e piccini, a correre sempre incontro ai propri sogni non arrendendosi mai di fronte alle difficoltà.